Il biliardo, nato come gioco di élite, a scopo di divertimento e solo per pochi, nei tempi ha avuto una diffusione sempre crescente.
Man mano che diveniva sempre più conosciuto, il biliardo si è trasformato da gioco di élite a sport popolare, in quanto quello che in precedenza era un passatempo, è divenuto oggetto di studi geometrici e matematici che lo rendono sempre più interessante agli occhi di chi lo pratica.
E’ chiaro che il biliardo è nato sotto una forma abbastanza semplice, tuttavia nel suo evolversi ha dato origine, anche in relazione alle zone in cui andava sviluppandosi, a varie specialità con caratteristiche e regole peculiari che rendono questo sport molto vario.
Tra le varie forme del biliardo sono da citare: il pool; la carambola nelle specialità della libera, quadro e tre sponde; la stecca nelle specialità: italiana e goriziana, etc..
Fermo restando che nei vari luoghi ogni specialità si è sempre differenziata per regole e sistemi di gioco, si capisce bene come si è sempre cercato di studiare le più svariate formule scientifiche onde realizzare un gioco sempre più preciso e valido.
A tal proposito molti sono stati gli studiosi e tantissime le proposte di regole matematiche e geometriche atte a risolvere i problemi di realizzazione che di volta in volta si presentavano; ciò contemporaneamente ad un deciso perfezionamento sempre crescente degli strumenti di gioco quali le stecche che, da semplici bastoni con cui colpire le bilie, hanno raggiunto livelli notevoli per equilibratura, elasticità, peso e precisione.
Anche il tavolo di gioco si è evoluto; l’ardesia (piano rigido, sotto il panno, su cui scorrono le bilie), infatti, è stata resa termo - riscaldata, attraverso resistenze elettriche, riducendo l’umidità e, quindi, l’attrito delle bilie contro il panno il quale a sua volta è stato velocizzato pure attraverso la scelta di materiali più scorrevoli; anche le sponde su cui battono le bilie durante il loro tragitto, sono state rese più fluide e veloci attraverso la scelta di gomme e panni con caratteristiche di attrito sempre meno consistenti.
Sulle sponde in legno inoltre sono stati inseriti dei punti fissi di riferimento chiamati “DIAMANTI” i quali di diamanti hanno solo la forma, tuttavia sono stati presi come base per tutti gli studi riguardanti le teorie scientifiche sui vari “SISTEMI DEI DIAMANTI” .
Fra tutti i “SISTEMI DEI DIAMANTI”, il più conosciuto e, fra l’altro, il più studiato e utilizzato è il sistema “Angolo 50” nelle sue varie forme e sfaccettature.
Su questo sistema l’Autore si è basato per sviluppare, oltre alle teorie
esistenti, alcuni sistemi di propria intuizione ed elaborazione che saranno
presentati e spiegati in questa esposizione.